E L I S A M A S S A R A
M O T U S
2024




Progetto Motus, selezionato da Spazio Piera (Trento) per la partecipazione alla collettiva dal titolo SPAZI.
Rifletto sul tema ponendo l’attenzione sulla relazione interdipendente tra spazio interno, della mente e spazio esterno, visibile. Il mio progetto è concepito come un esperimento di interazione tra me e gli oggetti con la conseguente rappresentazione di spazi immaginari; è un gioco istintivo di creazione, in cui la luce delinea i contorni delle forme, lo spostamento da vita a nuove prospettive e la trasparenza crea nuove realtà.
T H E R A S I A
2023









Appunti di viaggio, 500 m sopra il livello del mare.
Imprimo scene di un percorso intimo all’insegna del qui e ora.
16:30. Il sole batte cocente ma qualcosa di più forte mi chiama contrastando la pigrizia e la comodità del “rimando a domani”.
Inizio il percorso in compagnia, poco tempo dopo sento invece il bisogno di andare da sola e lentamente. Mi concentro su ogni centimetro di terra e vegetazione mi si presenti davanti, passo dopo passo.
Respiro e ascolto il silenzio, scatto. Lascio spazio, strato dopo strato, alla bellezza.
- Progetto selezionato dalla redazione di PERIMETRO per la pubblicazione di Luglio 2024 https://perimetro.eu/luglio-2024/therasia/
- Progetto selezionato da Etimologia, Magazine d’artista.
E V E R Y S T E P I S M O V I N G M E U P
2021 – in corso









Il progetto si incentra sulla percezione del mondo interno in relazione all’esterno attraverso un’indagine che in particolare affonda le sue radici nel contesto scolastico.
Considerato come contenitore di conoscenza, crescita e socialità esso assume un significato diametralmente opposto, divenendo per molto tempo simbolo di insicurezza, fragilità e paura.
Fobia Scolare o Rifiuto Scolastico è un fenomeno che si verifica nel 5% circa dei bambini, senza distinzione di genere, tra i 5 e gli 11 anni d’età, agli inizi del percorso scolastico o in periodi successivi per via di molteplici fattori.
Il bambino in questione si sente sopraffatto da una forte paura incontrollabile tale da impedirgli il corretto svolgimento delle lezioni. Ne consegue un netto rifiuto dettato dall’incapacità di affrontare la realtà esterna.
L ‘ A T T E S O
2019 – 2020







Nel mio vivere attuale conosco, in maniera più o meno diretta, relazioni precarie fatte di primi incontri, dimenticanza e facile sostituzione; l’attesa dell’altro è spesso percepita come un’ombra minacciosa da cui sfuggire, assaliti dalla paradossale paura che accada qualcosa di bello, in grado di riempire piuttosto che svuotare o bloccare.
Tutto ciò, in me, crea una disillusione, una forma di distacco inconscio, una paura dell’altro che porta a proteggere la mia parte più profonda, lasciando il resto in superficie, malgrado il desiderio di lasciarmi andare davvero.
L’atteso è un progetto nato dal ritrovamento di una scatola contenente circa duecento lettere che testimoniano una corrispondenza durata quattro anni, dal 1960 al 1964, tra mio nonno e mia nonna, durante il periodo del loro fidanzamento.
A partire dalle lettere, testimoni di una relazione forte a me sconosciuta, ho deciso di indagare attingendo in modo scrupoloso agli album di famiglia; cerco di mettere insieme pezzi di qualcosa che da anni io non riesco a vivere e sentire e che è stato capace di coinvolgermi al punto tale da farmi abitare una dimensione altra, pura e semplice, fatta di sentimento, fiducia e presenza.
Le immagini che ho raccolto e rielaborato si basano su una distanza che apparentemente divide, ma che in realtà unisce ancora di più i miei nonni nel desiderio di costruire un futuro, di vivere instancabilmente il loro amore attraverso gioie, incertezze e paure, stimoli forti attraverso cui affermarlo.
Il mio sguardo si fa lente di ingrandimento attraverso cui mi concentro su dettagli che esprimono legame, vicinanza, protezione: elementi che non riesco a visualizzare nelle mie scene di vita attuale. Colori e bianco e nero si fondono per dar vita a una dimensione in cui il tempo appare vivo e sospeso.
C O R P O L I B E R O
2018 – 2019








La ginnastica artistica è considerata una disciplina della ginnastica in cui l’atleta, per far fronte ai numerosi esercizi alle parallele, trave, volteggio e corpo libero, necessita di un fisico costantemente allenato, dotato di grande forza e velocità.
E’ uno sport in cui dedizione ed impegno costante sono imprescindibili dall’età di 4 anni.
Proprio quest’ultimo aspetto della ginnastica, mi ha portata a voler approfondire soprattutto ciò che risiede nella vita, privata e non, di un atleta : la fatica, i sacrifici, gli infortuni e soprattutto la sfera psicologica, propria della Persona. Per il mio progetto, dunque, ho scelto di farmi guidare in questo mondo da Sara, una ragazza di 21anni, ex atleta e attualmente allenatrice di ginnastica artistica in una palestra di Bologna.
L’idea è stata quella di andare a ritroso, scavando nei ricordi di una vita passata tra allenamenti assidui, spostamenti in treno e studio, raccogliendo quanto più materiale possibile (fotografie, articoli di giornale, indumenti e oggetti legati a questo sport) per raccontare quindi, sia l’intimità della persona, sia, più in generale, il mondo della ginnastica.